Vengo dalla Romania e sono qui in Italia da circa diciott’anni, quando avevo dieci. Il mio arrivo è stato un po’ particolare perché praticamente ho saltato un anno di scuola elementare: ho iniziato la scuola più tardi e quindi ero più grandicella. Mi hanno spostato un anno in avanti e praticamente ho saltato alla terza elementare. è stata un’esperienza un po’ così…soprattutto quando ho scoperto che il sabato si andava a scuola, che per me era un sacrilegio!

Attualmente vivo a Perugia, dopo aver vissuto in un paesino in provincia di Terni e poi in piccoli comuni. Il mio obiettivo però è di continuare a rimanere a Perugia, perché mi trovo bene. Qui ho fatto anche le superiori e gli studi di laurea in servizio sociale, e ho ottenuto l’abilitazione come assistente sociale.

Com’è stato cambiare dalla Romania, cos’è che ti ha colpito di più?

Diciamo che sono stata abbastanza fortunata, dato che sono venuta quando ero ancora piccola. Comunque sia cambiare paese, con un’altra lingua e u n altro contesto, è sempre e comunque sempre un cambiamento importante: io sono arrivata che non sapevo nemmeno parlare. Sono arrivata ad agosto e poi a settembre è iniziata la scuola. Sapevo dire poche parole, quando alle elementari una mia compagna mi chiese “dove abiti?” io non riuscivo a comprendere la domanda, perché non riuscivo a capire cosa volevo volesse dire la parola “abiti”. Questa è una cosa che mi ricorderò sempre. Fortunatamente poi da piccoli a scuola si impara in fretta.

Poi diciamo che questo spostamento per me è diventato la normalità: una volta venuta in Italia non ho più vissuto con i miei genitori ma con mio fratello, e quindi ci trasferivamo a seconda del suo lavoro: Terni, Tavernelle, la zona del Trasimeno … e alla fine a Perugia

Cosa ti ricordi, se ti ricordi qualcosa, della Romania?

Mi ricordo tante cose. La cucina in particolare, ero abituata a sapori forti. Ogni tanto ne sento la mancanza, anche se tutto adesso è di molto più facile reperibilità nei negozi.

Un’altra cosa che mi piaceva era la magia di alcuni luoghi: lì ci sono proprio dei paesaggi naturali molto belli. E poi nel tempo mi sono resa conto che avevo anche un po’ di nostalgia di alcune tradizioni, che da adolescente avevo messo da parte ma che sta riscoprendo adesso da grande, dopo essermi sposata con mio marito, anche lui della Romania. Quindi insieme abbiamo scoperto delle cose che inevitabilmente ci appartengono: modi di essere, modi di fare, cose che sono comunque intrinseche, che sono dentro di noi

Insomma vi siete portati dentro un po’ di Romania.

Diciamo di sì! Anche se poi era una cosa un po’ strana, a casa parliamo solo italiano perché anche lui ha vissuto sempre qui da quando era piccolo, siamo praticamente seconde generazioni. Eppure mi ha sempre un po’ colpito che ci siano alcune cose che rimangono, come vivere le feste, il Natale, o la Pasqua. Per dire, anche quando ci siamo sposati abbiamo fatto un matrimonio come si farebbe qui, però riprendendo cose tipiche della Romani. Sono quelle cose, magari anche piccole, che però, inevitabilmente, rimangono.