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L’identità italiana vive di stereotipi?

Dovunque andiamo troviamo lo stereotipo: a volte ci vengono attribuiti altre volte li appioppiamo noi. In questa rubrica narreremo le avventure di italiani e stranieri alle prese con i clichè…

Dovunque andiamo troviamo lo stereotipo: a volte ci vengono attribuiti altre volte li appioppiamo noi. In questa rubrica narreremo le avventure di italiani e stranieri alle prese con i clichè in tutte le loro forme e assolutamente inevitabili dimostrando però che questo non impedisce di creare legami con chi chiamiamo straniero.

Italiani che gesticolano, italiani che vestono con eleganza, italiani che “guidano per uccidere”: di clichè sull’Italia ne esistono a bizzeffe. Ma quanti di questi ci caratterizzano realmente? E soprattutto come questi stereotipi condizionano la nostra “italianità” rendendoci unici agli occhi del resto del mondo?

Durante un breve soggiorno in Francia le autrici di questo articolo hanno interrogato, tramite un focus group, ragazzi di varie nazionalità (Algeria, Francia, Germania, Grecia, Spagna e Turchia) in merito ai clichè che attribuiscono agli italiani e a come quest’ultimi si applichino alla realtà divenendo di conseguenza un vantaggio o meno per il Belpaese. Il fatto di essere sempre notati per i nostri modi di fare “italiani” durante tutta la nostra permanenza e di aver ricevuto molte domande riguardo all’Italia ci ha fatto chiedere se l’identità nazionale italiana si costruisca attraverso i suoi stereotipi o se adirittura esiste solo grazie ad essi.

Ecco qua le risposte che abbiamo ottenuto durante il focus group e le considerazioni inevitabilmente emerse.

STILE DI VITA

Il nostro Paese è universalmente riconosciuto come la patria dell’arte e della moda. Tutti gli intervistati si sono trovati d’accordo nel dire che il patrimonio artistico italiano è tra i migliori al mondo. Nell’ambito moda invece l’Italia deve confrontarsi con la Francia poiché entrambe sono considerate eccellenze nel settore.

Inutile dire che i partecipanti hanno espresso la propria ammirazione nei confronti della cucina italiana e del caffè espresso.

Inoltre ogni singolo partecipante al focus group ha concordato nel riconoscere gli italiani come una popolazione molto chiassosa ma che soprattutto comunica anche gesticolando molto.

POLITICA E MAFIA

Stereotipo negativo ma inevitabile, secondo i partecipani la piaga della mafia condiziona pesantemente la Nazione italiana. Tuttavia, i nostri amici algerini (che abbiamo scoperto essere più compatibili con la personalità dell’italiano di quanto si potesse immaginare) sostengono che la mafia passi in secondo piano quando si parla d’Italia perché in primis si pensa alla cucina. Il nostro Paese è stato bersaglio di clichè riguardo alla situazione politica italiana soprattutto recente ritenuta a tratti estrema e a tratti comica.

ITALIANI CASANOVA

Nonostante il disaccordo delle due autrici gli intervistati sono convinti che l’italiano sia un vero latin lover, sempre ben vestito e pronto ad attaccare bottone (qualche partecipante ha specificato “non ci provano bene ma ci provano sempre”) anche quando già in coppia.

Non solo casanova: anche quando non si tratta di rimorchiare gli italiani sono sempre amichevoli nei confronti del prossimo anche se è emersa una differenza abissale tra l’approccio delle persone del Sud Italia e gli abitanti del Nord del Paese.

CONSIDERAZIONI

L’Italia è vista, anche grazie ai suoi stereotipi, in maniera estremamente positiva dai rappresentanti di ogni Nazione che ha partecipato al nostro focus group (forse in maniera più neutra da Germania, Spagna e Francia).

Interessante è la riflessione dei rappresentanti della Grecia in merito alla somiglianza tra la loro Nazione e la nostra “Nel nostro Paese si dice una faccia una razza. Italiani e greci vengono da luoghi geografici non dissimili e hanno tratti somatici abbastanza vicini, tuttavia l’Italia ha una forte visibilità a livello internazionale dovuta alla sua riconoscibilità”.

Dopo aver tratto le nostre conclusioni abbiamo notato che il punto di vista di uno degli intervistati si è rivelato fondamentale per comprendere come, secondo noi, vive l’identità italiana: “gli italiani non hanno un’identità nazionale ma se la creano attraverso gli stereotipi, che sono anche ciò che attrae gli stranieri e gli permette di venire in Italia, con grande guadagno per la vostra Nazione”.

Amida Agalliu, Beatrice Alunni

Tutti i partecipanti del progetto in Francia.

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“Nuovi umbri” alla conquista dell’Europa!

Due “nuovi umbri” ci raccontano la loro esperienza Erasmus in Germania e la loro esperienza dell’Europa. Dai paesi dell’Umbria alla grande ed alternativa Berlino, passiamo la parola a Karima e…

Due “nuovi umbri” ci raccontano la loro esperienza Erasmus in Germania e la loro esperienza dell’Europa.
Dai paesi dell’Umbria alla grande ed alternativa Berlino, passiamo la parola a Karima e Myrco!

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Essere diversi, essere uguali: dall’invenzione della razza ai giorni nostri

Siamo nel 2018 ma sembra che le cosiddette società occidentali invece che «fare grandi passi in avanti per l’umanità», stiano facendo enormi passi indietro. Con l’avvento di internet e la…

Siamo nel 2018 ma sembra che le cosiddette società occidentali invece che «fare grandi passi in avanti per l’umanità», stiano facendo enormi passi indietro. Con l’avvento di internet e la possibilità per tutti di entrare a far parte di quel mondo virtuale globalizzato, vecchie ideologie naziste, fasciste e razziste, sembrano essere riaffiorate, lasciando da parte quel concetto di uguaglianza tanto voluto dalla Rivoluzione Francese. Da cosa è dato il fenomeno? Forse è sempre stato lì, ma in qualche modo c’era vergogna di renderlo pubblico? Forse sta riaffiorando a causa di una legittimazione data dall’anonimato?

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Ius Soli: dal duemilacredici al 2018

Facciamo un gioco: chiudete per un attimo gli occhi e immaginate con me visivamente le scene che tempestano i talk show, i social e tutte le piattaforme che veicolano ogni giorno…

Facciamo un gioco: chiudete per un attimo gli occhi e immaginate con me visivamente le scene che tempestano i talk show, i social e tutte le piattaforme che veicolano ogni giorno un mare di boiate.

Immaginate: un esodo di donne incinte pronte a sbarcare sulle coste italiane, partite perché hanno saputo che dal duemilaCREDICI è stata approvata la riforma sulla cittadinanza.
Oppure immaginate con me, Omar che ottiene la cittadinanza tramite lo Ius Soli e in automatico acquista un punteggio per accedere al girone dei radicalizzati. Eh sì, perché è un dato di fatto!

“Gli attentati di Bruxelles e in Francia sono stati fatti da “seconde generazioni”, che avevano la cittadinanza”.
Come se fosse superfluo dire che erano ragazzi che non si riconoscevano nel paese dove sono nati, che alcuni avevano un passato di tossicodipendenza e soprattutto figli di un processo di (de)integrazione.

Immaginate: se nel duemilaCREDICI fosse approvata la legge della cittadinanza, un milione di persone, perlopiù ragazzi, diventerebbe elettorato attivo. Chi ne gioverebbe?
Un passo indietro, se una persona lotta per il riconoscimento di un diritto esce dalla logica propagandistica che vuole commercializzare i diritti come se fossero delle merci per alimentare simpatie e antipatie.
Sicuramente, inutile dire che insultare o usare i tuoi potenziali futuri elettori non è una tattica intelligente.

DISCLAIMER : Se il discorso non fila e genera intolleranza perché pensate che la riforma della cittadinanza porterà a :

  1. Esodo di donne incinte, pronte a parcheggiare i figli in Italia;
  2. Promozione del radicalismo;
  3. 1 000 000 di persone di futuri elettori, che votano sinistra.

abbandonate questa pagina o vi sfido a continuare a leggere con l’intenzione di stimolare un confronto di idee.

Entriamo nel merito della riforma, perché se il problema sono i luoghi comuni che delineano scenari goffi che però viaggiano nei binari della paura, bisogna chiarire la situazione.

Attualmente, la riforma in vigore prevede l’acquisizione della cittadinanza tramite:

– IUS SANGUINIS (“diritto di sangue”): La cittadinanza si eredita nel caso in cui almeno uno dei due genitori o entrambi siano italiano per trasmissione diretta.

La proposta di legge attuale chiamata “Ius soli condizionato”, prevede due modalità di acquisizione della cittadinanza :

Lo Ius soli temperato, che prevede l’attribuzione diretta della cittadinanza italiana ad un bambino nato in Italia se il genitore risiede in Italia da almeno 5 anni e proviene dall’Unione Europea, con permesso di soggiorno permanente .
Mentre, se il genitore proviene da un paese non europeo c’è un vincolo legato al reddito che deve essere superiore all’assegno sociale (almeno 5824,91 Euro), avere un alloggio idoneo secondo la legge e affrontare un test di conoscenza della lingua italiana e avere un permesso di soggiorno di lungo periodo.

Lo Ius Culturae , questa modalità di acquisizione della cittadinanza è legata al completamento di un percorso di studio.

Nel caso in cui il minore nato in Italia o arrivato in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età frequenta un ciclo scolastico di almeno 5 anni in Italia, ha diritto di acquisire la cittadinanza.

Ci sono dei vincoli che non permetterebbero di far acquisire la cittadinanza a chiunque, come spesso si fa intendere.
Non si tratta infatti di un Ius soli “puro” come quello vigente negli Stati Uniti, ma di un processo di acquisizione di cittadinanza con dei parametri precisi.

Se sei arrivato fino a qui, dovremmo essere riusciti a fare un passo in avanti: è l’utopia che diventa realtà. Siamo pronti ad abbandonare l’anno duemilaCREDICI e aprire la porta ad un diritto di cittadinanza inclusivo nel 2018?

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