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“Così sono diventata infermiera in Italia”, una storia di volontà e sacrificio

Concitta, infermiera di professione da 33 anni. Da diciotto vive a Perugia, dove si è trasferita dall’Ecuador e dove ha trovato la sua seconda casa. L’abbiamo incontrata per farci raccontare…

Concitta, infermiera di professione da 33 anni. Da diciotto vive a Perugia, dove si è trasferita dall’Ecuador e dove ha trovato la sua seconda casa. L’abbiamo incontrata per farci raccontare la sua vita da umbra.

Concitta, da quanto tempo sei in Italia? Cosa fai a Perugia?
“Sono arrivata nel duemila, direttamente a Perugia.
All’inizio ho fatto un lavoro molto bello e onesto: l’assistenza alle persone anziane. Dopodiché mi sono impegnata per raggiungere il mio obiettivo: convalidare la mia laurea presa nel mio Paese, in Ecuador. Dicevo sempre: diventerò infermiera in Italia.”

È stato difficile?
“Non è stato facile non essendo cittadina dell’Unione Europea: ci sono voluti quattro anni e mezzo.  E’ stata anche un’importante spesa economica per cui ho sacrificato tutte le cose materiali ed ho lottato prima di tutto per mia figlia, la persona più importante per me. Finché finalmente ricevo una chiamata in cui mi dicono che era arrivato l’attestato del Ministero della Sanità. In quel momento mi sono inginocchiata per strada ed ho ringraziato il Signore. Non mi importava della gente che rideva perché sono molto credente, ma soprattutto perché non mi vergogno delle cose belle. Nella vita niente è regalato e l’essere umano deve lottare”.

E finalmente hai realizzato il tuo sogno
“Ho iniziato un percorso lavorativo viaggiando fuori Perugia, con tanti sacrifici perché lasciavo la mia bambina piccola e non la vedevo mai. Ora ho un lavoro meraviglioso a Perugia che svolgo con tanto amore e passione. Ho lavorato in molti ambiti professionali, ora sono in geriatria e sono capoturno. Mi impegno per creare un bel clima e l’atmosfera giusta donando ‘una mulichina’ (come dice il perugino) di affetto alle persone che soffrono”.

Oltre al lavoro, hai altre passioni?
“Da buona latino-americana mi piace tanto la musica e il ballo, la mia arte preferita è la manualità e il disegno. Mi considero una disegnatrice ed ho anche un canale Youtube: Amor Arte y Pasión de Allure. Mi piace realizzare tanti piccoli oggetti e decorazioni per esempio per le feste. Un giorno mi piacerebbe diventare organizzatrice di eventi e vorrei anche studiare per questo. Lo studio non ha età, quando uno ha volontà”.

Ti piace vivere a Perugia?
“All’inizio è stato difficile perché non conoscevo nessuno, ma la società perugina mi ha accolto e la ringrazio. Un’altra difficoltà è stata la lingua. Non ho mai studiato italiano, l’ho imparato stando in mezzo alla gente e anche la televisione mi ha aiutata molto. La mia prima professoressa, però, è stata la mia figlia.  Non la cambierei per niente al mondo. Amo tutto quello che c’è intorno a me, mi trovo e mi sento bene. Ho un bel rapporto con le persone perché uno il rapporto lo crea: nella vita dobbiamo dare per poter ricevere quindi ci dobbiamo comportare bene, seguire le regole e le leggi e ci troveremo bene ovunque. Gli ingredienti fondamentali per stare bene in ogni posto sono il rispetto e l’obbiettivo, perché se uno ha obbiettivi generali e specifici sai sempre dove andare. Mi sento perugina. Perugia mi ha adottata, mia figlia è nata nel mio Paese ma è come se fosse nata a Perugia, parla anche perugino. Anche a me scappa il perugino ogni tanto quando sono con i miei colleghi ormai. Amo Perugia, dopo la mia città originaria è la mia casa”.

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