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Chiudere i porti allo sbarco dell’odio

“Chi parla male, pensa e vive male” diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa. E ancora, “le parole sono importanti”, perché formano, condizionano e contribuiscono a plasmare la realtà in cui…

“Chi parla male, pensa e vive male” diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa. E ancora, “le parole sono importanti”, perché formano, condizionano e contribuiscono a plasmare la realtà in cui siamo immersi.

È un mare di parole, infatti, quello in cui nuotiamo ogni giorno. Ad alcune ci appigliamo forte, altre le lasciamo fluire con la corrente, altre ancora rimangono a galleggiare senza tempo come boe. Ce ne sono talune, però, che divengono scogli in mezzo al mare: qualcuno può decidere di sedervisi ad ammirare l’infinito, qualcun altro li circumnavigherà in cerca di altri lidi, altri ancora ne faranno il loro punto fermo nell’incertezza e nella paura.

Non costituisce novità il fatto che forze politiche come la Lega utilizzino il linguaggio dell’odio. Il fattore nuovo però, è dove esse si trovino adesso e cioè al Governo. La maniera di esprimersi dell’establishment diviene, ahi noi, la voce degli italiani. In Europa e nel mondo.

Improvvisamente, la retorica e la propaganda prendono il posto del ragionamento sulla scelta delle parole, sulla sensibilità del linguaggio, sul vocabolario delle sfumature. Via all’utilizzo di espressioni crude, fatte apposta per i social media, che mirano agli istinti più bassi delle persone. Le stesse espressioni che, troppo spesso, messe di fronte alla realtà dei fatti, si polverizzano come sabbia.

Ma quali sono gli elementi che contribuiscono all’incitamento dell’odio online? Eccoli, uno ad uno, in un elenco non esaustivo ma basato sui…fatti.

Gli slogan

Clandestino. Immigrato. Pacchia. Sprechi. Finta solidarietà. Business dell’immigrazione. Business schifoso dell’immigrazione clandestina. Extracomunitario. Barconi. Galeotti. ‘Chiudere i rubinetti’ alle ONG. Chiudiamo i porti! Rispediamoli a casa! A casa! Finti profughi.

L’antidoto: Ragionamenti. Spiegazioni. Numeri. Risorse disponibili. Motivazioni delle scelte politiche.

Il principio ‘ della ruspa ’

Erroneamente si parla di banali macchine da cantiere ma la ruspa è un mezzo altamente qualificato e specializzato, infatti, secondo Wikipedia, ha le seguenti funzioni: rimuove il terreno vegetale, scava e trasporta terreno molto compatto, anche ghiaioso ma non cementato, sparge materiale a strati. Non ultimo, la ruspa fa scomparire baracche.

Il principio ‘della ruspa’ livella tutto. È utilissimo a chi non vuole pensare, analizzare, farsi domande. Non c’è più differenza tra il richiedente asilo, il migrante, il rifugiato. Tutto è su un pericoloso livello di appiattimento. La protezione internazionale? Nessuno ne ha veramente bisogno. La persecuzione politica? Tutti mentono, vogliono solo rubarci il lavoro. Il sogno di una vita soddisfacente? È troppo da chiedere, non ne hanno il diritto. “Prima gli italiani”.

La ruspa estirpa anche i sentiment…alismi. Perché così li etichetta. Il buonismo è ‘finto’, l’umanità un pericoloso business. Tutto diviene forza, onore e orgoglio. La debolezza è pericolosa, la si deve nascondere o altrimenti…annientare.

L’esercizio da fare

Di fronte a questo innalzamento dei toni, quale formula può essere efficace per contrastare l’incitamento all’odio?

Un esempio messo in campo dalla campagna di Neue Deutsche Medienmacher “ A first Aid Kit against Hate speech in Germany” che ha creato meme e gif simpatiche per combattere i cosiddetti ‘haters’.

Mettere in discussione gli stereotipi e le generalizzazioni; Studiare, per avere gli strumenti necessari a capire i fatti; Comprendere che l’escalation dell’incitamento all’odio è destinata a mettere tutti contro tutti; Esercitare il pensiero critico ma… anche l’ironia. Quest’ultima può creare delle narrative alternative per dimostrare che altre interpretazioni della realtà esistono.

 

                 Federica Mastroforti

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